L’hacker islamico del Papa

L’hacker islamico del Papa

Lug 06

È domenica pomeriggio. Sei un hacker. Non sai che cazzo fare per passare il tempo.

La conclusione logica è: ribalta la community di Facebook facendo diventare Papa Francesco un islamico buontempone.
Ebbene: un hacker (forse algerino, a giudicare dai post) ha conquistato la pagina Facebook del Papa, invadendola con scritte in arabo, odi ad Allah, e tentativi di conversione all’Islam in salsa trash; quanto basta per far venire un infarto a Paolo Brosio.

Ma l’aspetto divertente (sì, ancora più divertente del Papa che proclama Allah come unico Dio) sono i commenti. Tutta la sottocultura internetiana italiana, infatti, si è radunata istintivamente nella bacheca del Santo Padre per dar lustro a se stessa: troviamo così top-comment di Rosario Muniz, Silvio Berlusconi, Giacopo “Mainagioia” Leopardi, oltre agli immancabili “no scipola no picante” o “posta un bestemmione”, invocato a gran voce da metà degli iscritti.

Lo sconosciuto hacker, se non altro, è diventato un vero eroe nel web nostrano, realizzando l’equivalente virtuale della scorreggia rumorosa in chiesa, il sogno erotico di buona parte dei presunti cattolici italiani.

Ora vedremo che farà il diretto interessato.

EDIT delle 21.55: la pagina FB del Papa è ad ora irraggiungibile. Forse alla Santa Sede hanno finito di cenare col kebab.

EDIT 2: la pagina è stata recuperata, ma i commenti in arabo continuano.

Papa Facebook

Da Berlinguer a Farage, senza passare dal via

Da Berlinguer a Farage, senza passare dal via

Giu 13

Quando si fa una scelta si hanno minimo due possibilità, di solito equipollenti o mutualmente escludentesi, in maniera tale da necessitare una riflessione, il vaglio delle ipotesi e dei programmi delle rispettive alternative. Tutto ciò non è accaduto nella votazione online del M5S per decidere il compagno di merende in Europa: il maxidestrorso Farage col suo Ukip ha vinto con il 78% delle preferenze grilline, risultato ampiamente scontato, e in barba a tutta la retorica su Berlinguer.

Ma c’era una vera scelta? Le due uniche alternative sul sondaggio nel Blog erano Ecr e Non iscritti: quest’ultima era un palese suicidio politico – e lo stesso Grillo se n’è accorto, facendo terrorismo psicologico per veicolare i voti altrove; i primi, invece, sono costituiti in larga maggioranza dal Conservatori di David Cameron (ergo ka$ta), che hanno espliciti intenti di limitare la libertà nel Web (ergo ka$tissimi). Tagliati fuori i Verdi, che pur avevano espresso apertura nei confronti del M5S e che persino i guru dei grillini Scanzi e Travaglio avevano indicato come la migliore scelta. Di loro niente, neanche l’ombra.

Paradossalmente, queste votazioni online ricordano le primarie del PD, dove Renzi sconfisse Cuperlo e Civati poiché di questi ultimi o erano legati alle logiche della gerontocrazia interna (Cuperlo) o erano sconosciuti, troppo a sinistra e troppo rischiosi (Civati).

Insomma, Italia e Inghilterra son destinate a stare assieme, oltre a sfidarsi per la Coppa del Mondo. Rimane improbabile l’alleanza con Le Pen, benché ipotizzata da alcuni; sia la valchiria francese che il duo Farage-Grillo dovranno spazzolare gli ultimi partiti rimasti sulla piazza, per raggiungere la necessaria quota sette. Sempre, naturalmente, se Farage non finisce in prigione.

Viva lo Psicologo di Base!

Viva lo Psicologo di Base!

Giu 04

Dopo anni di discussione nell’ambiente accademico e delle istituzioni deputate alla Salute, anche in Italia finalmente si fa strada la figura dello Psicologo di Base. La prima sperimentazione, in Veneto, potrebbe portare ad un’estensione a più regioni italiane, affiancando alle ASL ed all’associazione dei Medici di Base questa figura professionale, deputata al trattamento primario dei disagi psichici, che può proseguire in una terapia vera e propria o semplicemente rappresentare un punto di riferimento per chi sente il bisogno di supporto psichico.

“E sti cazzi?”, diranno i più. Purtroppo, la nostra odierna società, sempre più complessa e attraversata da crisi (economiche, sociali e morali), poco ha fatto per la prevenzione psicologica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la depressione sia ad oggi la prima causa di malattia tra gli adolescenti e, nel 2020, sarà la seconda malattia più diffusa del mondo, subito dopo le patologie cardiovascolari. Lo psicologo, vista la sua peculiare preparazione e la facoltà di sapersi destreggiare tra problematiche sociali e personali, è in grado di affrontare questa ed altre condizioni, per portare aiuto effettivo e concreto alle persone bisognose.

Dopotutto, lo psicologo non cura “i pazzi”. La maggior parte dei pazienti in cura dallo psicologo sono “normali” per l’ambiente sociale, che, per condizioni personali o per vicissitudini travagliate, necessitano di supporto e di ascolto. In Italia, riconoscere il supporto psicologico di base al pari di quello medico è una vera rivoluzione che non solo aiuterà moltissimo i singoli, ma abbatterà il costo di terapie inutili nelle ASL e negli ospedali (poiché spesso di origine psicologica), oltre che sgravare lo Stato di costi di mantenimento di soggetti depressi, demotivati, con disagi e/o malattie psichiche.

Segnalo anche questa petizione al Ministero della Salute, per estendere al più presto il diritto allo Psicologo di Base in ogni regione.

Tutti abbiamo il diritto di stare bene ed essere felici, nel corpo e nella mente!

La musica che unisce l’Italia

La musica che unisce l’Italia

Giu 02

2 Giugno, Festa della Repubblica.

Ieri, sessantotto anni fa, un referendum nazionale decise se chiamarci Repubblica o Monarchia. Vinse il primo, per una manciata di voti.

Non possiamo dire di essere uniti. Non lo siamo. Ci insultiamo ancora con “terrone” e “polentone”, ci sono mondi e modi diversi a seconda della Regione (e in alcuni casi anche della Provincia o addirittura del Comune). La diversità di provenienza è ancora un discrimine fortissimo, l’economia e l’industria sono dicotomizzate in Nord Prosperoso e Sud Retrogrado. I problemi non si contano quasi più.

C’è chi, per questo motivo, propone un federalismo fiscale-politico alla statunitense o tedesca. Non so dire se sia la soluzione migliore, ma di certo non abbiamo un American Dream o una storia d’unità secolare come in Germania. Alla gran parte di noi manca l’identità, linfa fondamentale per qualsiasi unione federale; un istintivo riconoscere nell’Italia la nostra Patria, la nostra Terra, la nostra Casa.

“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”. La televisione ha fatto quello che poteva (principalmente nel diffondere la lingua), con successi indubbi e insuccessi discutibili. Ad oggi, 2014, cosa possiamo dire dell’Italia Unita? E cosa possiamo fare?

Ho trovato un bellissimo video, espressione moderna del detto “la musica unisce i popoli”. Siamo più popoli, e nessuno vuole cancellare le radici peculiari di ognuno; ma più sostrati possono coesistere.

Penso sia compito nostro, delle “nuove generazioni” prima di chiunque altro, di ricucire i brandelli di questo Bel Paese, nel sentimento collettivo prima ancora che nella politica e nell’economia, e di sentirci un popolo solo.

Chissà se la musica, le arti, Internet, le sottoculture, lo sport, la letteratura non possano dare una mano.

Buona festa a tutti.

L’Italia capovolta

L’Italia capovolta

Mag 31

Il post-elezioni ci ha lasciato un Italia alla rovescia, sotto tutti i punti di vista:

– Il PD stravince, in barba ad anni di satira sul PD che perde. Ma non si ferma qui. Inebriato dal mandato popolare diventa centro di gravità, e fa saltare metà dei politici sul carro del vincitore (ma, direbbero loro, “son sempre stati renziani”). Don Matteo ingloba come un blob la sinistra, dove Vendola manda i sogni della Grecia Rossa in Europa ma patteggia in Italia; ingloba il centro, fagocitato dall’area destrorsa e dalla “terza via” di cui Renzi è rappresentante; ingloba i rimasugli della destra, dove Alfano appoggia il governo, e gli ex-berlusconiani cercano un nuovo Dvce da idolatrare.

– Berlusconi, infatti, scivola nel baratro nonostante lo zoccolo duro di elettori fedelissimi, gravato in campagna elettorale dai servizi sociali e da un fascino che sembra non avere più. Preso dalla voglia di opposizione, riscopre il suo amore per la Lega, dove Matteo (forse per omonimia) fa il tamarro in Europa col suo 6% e prepara alleanze inguardabili con la destra lepeniana.

– Dal fronte dell’opposizione (più o meno) vera, il M5S ribalta la strategia mediatica in un documento segretissimo che conoscono tutti, guardando alla TV ed alla retorica costruttiva. Al contempo, per non smentire l’abitudine schizofrenica, Grillo lascia ad intendere simpatie con i fascisti alla teina, spaccando a metà i deputati.

– Una chicca finale: Giovanardi fa la figura del grande statista ad AnnoUno, dominando la piazza in quanto unico politico contro giovani, cantanti e spacciatori (l’ordine è invertibile), che, salvo battute argute e qualche insulto, sembrano incapaci di smontare mediaticamente il vecchio volpone della destra.

Se questo è l’andazzo, c’è persino il rischio che mi trovi una ragazza!

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