Viva lo Psicologo di Base!

Viva lo Psicologo di Base!

Giu 04

Dopo anni di discussione nell’ambiente accademico e delle istituzioni deputate alla Salute, anche in Italia finalmente si fa strada la figura dello Psicologo di Base. La prima sperimentazione, in Veneto, potrebbe portare ad un’estensione a più regioni italiane, affiancando alle ASL ed all’associazione dei Medici di Base questa figura professionale, deputata al trattamento primario dei disagi psichici, che può proseguire in una terapia vera e propria o semplicemente rappresentare un punto di riferimento per chi sente il bisogno di supporto psichico.

“E sti cazzi?”, diranno i più. Purtroppo, la nostra odierna società, sempre più complessa e attraversata da crisi (economiche, sociali e morali), poco ha fatto per la prevenzione psicologica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la depressione sia ad oggi la prima causa di malattia tra gli adolescenti e, nel 2020, sarà la seconda malattia più diffusa del mondo, subito dopo le patologie cardiovascolari. Lo psicologo, vista la sua peculiare preparazione e la facoltà di sapersi destreggiare tra problematiche sociali e personali, è in grado di affrontare questa ed altre condizioni, per portare aiuto effettivo e concreto alle persone bisognose.

Dopotutto, lo psicologo non cura “i pazzi”. La maggior parte dei pazienti in cura dallo psicologo sono “normali” per l’ambiente sociale, che, per condizioni personali o per vicissitudini travagliate, necessitano di supporto e di ascolto. In Italia, riconoscere il supporto psicologico di base al pari di quello medico è una vera rivoluzione che non solo aiuterà moltissimo i singoli, ma abbatterà il costo di terapie inutili nelle ASL e negli ospedali (poiché spesso di origine psicologica), oltre che sgravare lo Stato di costi di mantenimento di soggetti depressi, demotivati, con disagi e/o malattie psichiche.

Segnalo anche questa petizione al Ministero della Salute, per estendere al più presto il diritto allo Psicologo di Base in ogni regione.

Tutti abbiamo il diritto di stare bene ed essere felici, nel corpo e nella mente!

La musica che unisce l’Italia

La musica che unisce l’Italia

Giu 02

2 Giugno, Festa della Repubblica.

Ieri, sessantotto anni fa, un referendum nazionale decise se chiamarci Repubblica o Monarchia. Vinse il primo, per una manciata di voti.

Non possiamo dire di essere uniti. Non lo siamo. Ci insultiamo ancora con “terrone” e “polentone”, ci sono mondi e modi diversi a seconda della Regione (e in alcuni casi anche della Provincia o addirittura del Comune). La diversità di provenienza è ancora un discrimine fortissimo, l’economia e l’industria sono dicotomizzate in Nord Prosperoso e Sud Retrogrado. I problemi non si contano quasi più.

C’è chi, per questo motivo, propone un federalismo fiscale-politico alla statunitense o tedesca. Non so dire se sia la soluzione migliore, ma di certo non abbiamo un American Dream o una storia d’unità secolare come in Germania. Alla gran parte di noi manca l’identità, linfa fondamentale per qualsiasi unione federale; un istintivo riconoscere nell’Italia la nostra Patria, la nostra Terra, la nostra Casa.

“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”. La televisione ha fatto quello che poteva (principalmente nel diffondere la lingua), con successi indubbi e insuccessi discutibili. Ad oggi, 2014, cosa possiamo dire dell’Italia Unita? E cosa possiamo fare?

Ho trovato un bellissimo video, espressione moderna del detto “la musica unisce i popoli”. Siamo più popoli, e nessuno vuole cancellare le radici peculiari di ognuno; ma più sostrati possono coesistere.

Penso sia compito nostro, delle “nuove generazioni” prima di chiunque altro, di ricucire i brandelli di questo Bel Paese, nel sentimento collettivo prima ancora che nella politica e nell’economia, e di sentirci un popolo solo.

Chissà se la musica, le arti, Internet, le sottoculture, lo sport, la letteratura non possano dare una mano.

Buona festa a tutti.

Sondaggi da spiaggia

Sondaggi da spiaggia

Giu 01

L’altro giorno mi sono imbattuto in questo video, postato da un amico sostenitore del M5S con il commento: “Che tristezza 🙁 “

Ora, per quanto apprezzi l’ironia del programma, e anche il teatrino della iena con l’urna portatile che fa votare anche nell’acqua bassa, il tutto mi è sembrato di una banalità disarmante.
Secondo il servizio, tra gli astenuti, un 40% “avrebbe votato” M5S, seguito nelle percentuali da FI e ultimo il PD. Il messaggio viene presentato così, come uno scherzo e con una certa innocenza: “vedete, i risultati delle europee non sono uno specchio di quello che pensa la gente”, “Elezioni con così tanti astenuti non valgono nulla” o ancora “Alla fin fine la ggente sta con Beppe”.

Per inciso il tutto non sarebbe nemmeno così terribile, se almeno il servizio fosse stato presentato con un minimo di autoironia o anche solo di onestà. Il rischio è che il pubblico delle Iene, come il mio amico di facebook, creda a quanto viene detto. Infatti nessuna di queste cose viene nemmeno accennata:

  • Tanto per cominciare, quello delle Iene non è un campione affidabile. Non tutti si precipitano al mare alla prima giornata di sole. Ad esempio in una spiaggia ci sono più giovani che anziani, e quella spiaggia è frequentata da persone di una stessa area geografica … un sondaggio richiede una scelta molto ponderata degli elementi da esaminare. Non si possono prendere mille persone su una spiaggia e aspettarsi che rispecchino l’opinione di tutto quel 42% di astenuti.
  • Parlando di risultati viziati, molti hanno messo in discussione l’affidabilità delle agenzie che hanno sbagliato di molto i sondaggi sulle elezioni. Se si può – ed è lecito – mettere in dubbio delle aziende che teoricamente hanno interesse a svolgere la procedura in maniera più professionale e accurata possibile, figuriamoci quanto ha valore un sondaggio fatto scherzando dalle iene …
  • Ha davvero senso chiedersi le intenzioni di voto di chi non è stato intenzionato a votare? Democrazia significa partecipazione: per quello che importa e per quanto ne sappiamo, quel 42% di astenuti potevano anche voler tutti votare per Grillo. Abbiamo la certezza però che non hanno votato, e quindi hanno preferito l’astensione a qualsiasi partito.
  • Anche se i risultati avessero un senso (e non ce l’hanno), varrebbe la pena fare qualche riflessione sulla qualità di questi voti ipotetici. Come si fa a esprimere la preferenza a un partito e non andare a votare? La questione è tanto più evidente per il M5S, visto che nella sua propaganda elettorale ha reso ben chiara l’utilità del voto: votare M5S per cambiare l’europa (e poi l’Italia). Nessun sostenitore informato e attivo del movimento, secondo logica, avrebbe dovuto preferire l’astensione.

Un partito che aspira ad essere democratico dovrebbe volere elettori informati e attivi. Gente che ridacchia mentre esprime il suo parere in spiaggia, come se stesse compilando la settimana enigmistica, non rispecchia la descrizione. Viene da chiedersi come mai in così tanti hanno ritenuto le europee non degne di partecipazione: la loro è stata un’astensione di protesta o di svogliatezza? Quanti di loro ha intenzione votare alle prossime amministrative? Qual é la differenza che rende le europee meno importanti?

Non andare a votare ed esprimere lo stesso una preferenza di voto non ha alcun senso, così come non avranno senso i voti di chi si è astenuto questa volta e andrà a votare la prossima solo perché una piccola voce di rimorso gli sussurrerà in testa che le amministrative sono più importanti. 

Tornando al servizio delle Iene, le varie recensioni che passano nel web mi fan cadere ancor più le braccia, visto che trovo commenti del tipo “Il bel tempo ha fatto perdere il M5S” “Cosa avrebbero votato gli astenuti? Lo dicono le Iene” senza nemmeno un accenno ai miei dubbi o alle mie riflessioni. L’unica conclusione logica? Prendo le cose troppo sul serio.

L’Italia capovolta

L’Italia capovolta

Mag 31

Il post-elezioni ci ha lasciato un Italia alla rovescia, sotto tutti i punti di vista:

– Il PD stravince, in barba ad anni di satira sul PD che perde. Ma non si ferma qui. Inebriato dal mandato popolare diventa centro di gravità, e fa saltare metà dei politici sul carro del vincitore (ma, direbbero loro, “son sempre stati renziani”). Don Matteo ingloba come un blob la sinistra, dove Vendola manda i sogni della Grecia Rossa in Europa ma patteggia in Italia; ingloba il centro, fagocitato dall’area destrorsa e dalla “terza via” di cui Renzi è rappresentante; ingloba i rimasugli della destra, dove Alfano appoggia il governo, e gli ex-berlusconiani cercano un nuovo Dvce da idolatrare.

– Berlusconi, infatti, scivola nel baratro nonostante lo zoccolo duro di elettori fedelissimi, gravato in campagna elettorale dai servizi sociali e da un fascino che sembra non avere più. Preso dalla voglia di opposizione, riscopre il suo amore per la Lega, dove Matteo (forse per omonimia) fa il tamarro in Europa col suo 6% e prepara alleanze inguardabili con la destra lepeniana.

– Dal fronte dell’opposizione (più o meno) vera, il M5S ribalta la strategia mediatica in un documento segretissimo che conoscono tutti, guardando alla TV ed alla retorica costruttiva. Al contempo, per non smentire l’abitudine schizofrenica, Grillo lascia ad intendere simpatie con i fascisti alla teina, spaccando a metà i deputati.

– Una chicca finale: Giovanardi fa la figura del grande statista ad AnnoUno, dominando la piazza in quanto unico politico contro giovani, cantanti e spacciatori (l’ordine è invertibile), che, salvo battute argute e qualche insulto, sembrano incapaci di smontare mediaticamente il vecchio volpone della destra.

Se questo è l’andazzo, c’è persino il rischio che mi trovi una ragazza!

Ucraina meno fascista di tutti

Ucraina meno fascista di tutti

Mag 30

La propaganda reazionaria pro-Putin, ben diffusa su internet e accolta da neofascisti, comunisti e non, convintamente anti-occidentali e complottisti della domenica, vuole giustificare l’invasione russa in Ucraina col fatto che vi sarebbe stato un colpo di stato di estrema destra, e che la Russia stia cercando di proteggere la popolazione russa e giudea dai nazisti di Kiev. Ma vediamo immediatamente come queste scemenze cozzino con la realtà dei fatti:

1) La pretesa che gli ebrei ucraini siano sotto minaccia è stata smentita e denunciata dai rabbini ucraini e dalla comunità ebraica.

2) Il nuovo governo, sorto subito dopo il rovesciamento di quello dell’autocrate filo-russo Viktor Yanukovych, era composto da un primo ministro liberalconservatore, europeista e legato al Partito Popolare Europeo (Oleksandr Turčynov), da un vice primo ministro ebreo (Arseniy Yatsenyuk), da un Ministro degli Interni armeno (Arsen Avakov); e da un governatore della provincia orientale di Dnipropetrovsk presidente del congresso dell’organizzazione ebraica ucraina (Ihor Kolomoyskyi). Dopo le elezioni del 25 maggio, il governo è stato rinnovato e il nuovo presidente, Poroshenko, è di un partito liberalconservatore, pro-europeista e ha un passato nel partito socialdemocratico.

3) Le proteste dei manifestanti ucraini erano motivate dalla volontà di limitare il potere esecutivo del governo, da un commercio libero, patti con l’Unione Europea, integrazione europea, lotta contro la corruzione, l’autocrazia, l’imperialismo russo, la polizia assassina antisommossa di Yanukovych. Non esattamente un tipico programma fascista.

4) La presenza minoritaria di alcuni elementi di estrema destra (i partiti Svoboda e Right Sector) nel governo era motivata dal fatto che anche essi hanno partecipato alle contestazioni e al rovesciamento di Yanukovich, e sono riusciti ad ottenere una rappresentanza nel governo provvisorio sorto subito dopo. Ma ora, con le elezioni che hanno rinnovato il governo, guardate qual è la percentuale dei partiti fascisti (segnati in nero) rispetto agli altri, e soprattutto rispetto a ciò che è avvenuto in molti Paesi europei:

Qualcuno ha ancora il coraggio di dire che i fascisti sono gli Ucraini?

[Si ringrazia The Skeptical Libertarian Blog per le informazioni.]